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                   L'uomo nel cosmo: 
              un tema di vibrante attualità, una dimensione avvertita dalla sensibilità 
              contemporanea. Parole come sviluppo, tecnologia, evoluzione circolano 
              nel vocabolario dei nostri giorni e rivelano la fisionomia dell'uomo 
              d'oggi: l'homo faber. Si sperimenta così tutta la portata 
              dell'affermazione di Carlo Marx: I filosofi hanno interpretato 
              il mondo; ma si tratta di trasformarlo. Recenti indagini bibliche 
              e teologiche leggono in questa situazione una vocazione anche teologale: 
              "Dio disse loro: riempite la terra, soggiogatela; dominate su ogni 
              essere vivente..." (Gn 1,2728).  
                    Un impegno definito da precise 
              responsabilità: Il Signore pose l'uomo nel giardino di Eden, 
              affinché lo coltivasse e lo custodisse (Gn 2,15).  
                    Dunque non un governo dispotico 
              ed arbitrario, ma un compito regolato da una sapiente regia, teso 
              a non turbare l'armonia della natura (ecologia), a ricavare beni 
              e risorse per l'intera famiglia (problema della fame, dello sviluppo), 
              a utilizzare le scoperte per una crescita di serena convivenza (la 
              pace). 
             
            * * * 
                   Purtroppo tutto 
              questo non accade; i sogni e le ansie del Creatore sono ancora oggi 
              disattesdimenticati. Un'anali si disincantata obbliga a conclusioni 
              amare. Piaghe dolenti affliggono paradossalmente l'uomo d'oggi che 
              vola negli spazi e scende a scrutare le profondità del mare. Violenze, 
              razzismo, sottosviluppo, degrado ambientale, città invisibili, terrore 
              atomico. Adamo, dove sei?1 
                    Eppure ogni creatura cerca un 
              mondo migliore, un domani diverso. Festa, tenerezza, gratuità, solidarietà, 
              condivisione sono termini ripetuti ai diversi livelli del vivere. 
              Qualche anno fa, in un bellissimo film presentato al festival di 
              Cannes, il regista Targovschy raccontava di nostalgie di uomini 
              che abbiano ripreso l'abitudine della pace con sé e con la natura. 
             
            * * * 
                  Ma quale strada 
              battere per realizzare questi traguardi? quale il segreto della 
              rinascita? Sulla risposta c'è convergenza di intenti: lievitare 
              l'attuale fermentazione cosmica con un supplemento d'anima 
              (Bergson), una nobilitazione dello spirito, rinsaldare l'incontro 
              tra contemplazione e azione, tra il pensare e l'agire: l'homo 
              faber in dialogo con l'homo sapiens.  
            * * * 
                  Ma il cristiano 
              intuisce nel disordine una verità più alta: "Se non è il Signore 
              che costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori!" (Sal 
              127).  
                    Per risalire dalle oscurità, 
              si esige una metanoia teologica (R. Guardini): riportare 
              il progetto di Dio sull'orizzonte della storia, aprire l'operosità 
              alla Sua Presenza. Nelle opere del Signore-suggerisce la Bibbia- 
              c'è ordine, comunione tra i soggetti, autenticità della creatura; 
              nelle zone segnate dalla Sua assenza, c'è caos, conflitto, pena, 
              smarrimento. Le negatività della cronaca sono dunque l'eclisse di 
              Dio non episodi di devianza incidentale. Il peccato -che assume 
              volti e nomi diversi-frantuma uomini e cose; l'energia di Cristo 
              restituisce possibilità di promozione e di un progresso a misura 
              d'uomo.  
            * * * 
                  Il credente che 
              trascrive nell'universo il disegno del Creatore incrocia un luminoso 
              modello. La sociologia sottolinea oggi la funzione dei leaders 
              che additano mete, suscitano tensioni ideali, alla scoperta di terre 
              lontane. Paolo VI, nella Marialis Cultus (MC 37), ha situato 
              Maria in sintonia con le urgenze dell'ora. Una esemplarità obbligata, 
              altrimenti la aDonna di Nazareth" resterebbe irrilevante e il grande 
              fiume dei giorni scorrerebbe lontano o parallelo alla sua immagine. 
             
            * * * 
                  La Vergine 
              dell'ascolto: Maria conservava tutte queste cose e le 
              meditava in cuor suo (Lc 2,19). L'homo sapiens conosce i momenti 
              del silenzio, la "pacata e ansiosa capacità di stare a colloquio 
              con se stesso (Pomilio) per scoprire la nobilta e la grandezza della 
              creatura: Che cosa è l'uomo perché te ne ricordi? (Sal 
              8,4-5). Ma anche per rileggere le linee del disegno del Signore 
              e non smarrirne il tracciato tra i rumori e le seduzioni terrene. 
              La Chiesa ha bisogno di profezia nel suo sguardo (Paolo 
              VI): il deserto e l'interiorità sono apertura allo Spirito per indovinarne 
              i passi lungo i sentieri del mondo. Prima di ogni creatività ed 
              invenzione il credente si fa discepolo della Parola: ritrovare il 
              gusto dei 04 valori del Regno di Dio e renderli fecondi nel tempo 
              dell'uomo!  
            * * * 
                  L'anima 
              mia magnifica il Signore (Lc 1,46-55) Il Silenzio ora 
              esplode di fronte alle meraviglie di Iahvè e si fa adorazione, esultanza, 
              rendimento di grazie. Il cammino delle civiltà non è segnato da 
              sentieri interrotti: un filo segreto, un legame sotterraneo unisce 
              tutte le generazioni. C'è una continuità ideale tra le speranze 
              di Israele e l'esperienza dei primi cristiani. E c'è ancora una 
              lieta notizia: tutte le attese umane trovano appuntamento nel cuore 
              di Cristo. Con l'avvento del Regno la storia cammina nella direzione 
              del povero che invoca salvezza e compimento: chi ha fame, chi trascina 
              i giorni nell'allucinante tristezza di una vita senza significato, 
              chi non cerca l'impronta del Creatore tra le cose. Perché nel cuore 
              dell'uomo ci sono spazi che solo Dio può colmare!  
            * * * 
                  La Vergine 
              dell'offerta: Eccomi!... Avvenga di me quello che hai 
              detto (Lc 1,38). La lode ha senso e completezza quando si 
              traduce nel dono. "Non si ha diritto di cantare il gregoriano se 
              non si grida a favore degli Ebrei", ammoniva Bonhoeffer. Maria di 
              Nazareth, serva del Signore: un'offerta totale, senza riserve; un'esistenza 
              spesa affinché l'amore redentivo del Figlio avvolgesse l'umanità 
              e le cose, per rendere trasparente nella profanità la bellezza e 
              il paradosso delle Beatitudini. Verginità di Maria come disponibilità 
              perenne allo Spirito, un'apertura tesa ad accoglierne l'esplosiva 
              creatività e accostare il Vangelo ai bisogni degli uomini.  
            * * * 
                  Maria, l'Immacolata. 
                     "Il contributo maggiore, il 
              senso esistenziale, antropologico portato dall'intera tradizione 
              cristiana è stata la conquista sul versante della interiorità dell'uomo, 
              in cui diventa dominante l'anima: una testimonianza anteriore alla 
              stessa prassi" (Pomilio).  
                     Prima dell'azione, è necessario 
              "accordare il cuore con la Parola" (Claudel): le grandi e piccole 
              scelte passano all'interno dell'uomo. Il male, più che da strutture, 
              nasce da disarmonie spirituali come da fonte inquinata. Quando si 
              rifiuta Dio, sorgono gli idoli cui si brucia l'incenso dell'adorazione 
              alienante. E "le nostre colpe segrete avvelenano l'aria" (Bernanos). 
              Un mondo migliore ci sarà se gli uomini saranno migliori. Maria 
              Immacolata è il volto della nuova creatura: l'incontro tra la libertà 
              umana e l'Appello fondante di Dio, l'immagine che riflette l'Originale 
              come in un terso cristallo.  
            * * * 
                   Maria di Nazareth: 
              il messianismo nel quotidiano. La piccola città della Galilea ricorda 
              un aspetto fondamentale dell'ascesi cristiana: la via della normalità 
              e della semplicità come condizione necessaria per sentirsi vicini 
              e solidali con gli altri uomini.  
                     Il quotidiano: il luogo 
              dove realizzare il progetto evangelico. L'impegno politico e le 
              scoperte scientifiche vanno recuperati e riportati all'immediatezza 
              del feriale, alle situazioni ordinarie e comuni. E la risposta al 
              Signore, anche quando è definitiva, prende forma ogni giorno, nei 
              fram 106 menti del tempo. Solo così la vicenda umana è riferita 
              all'Amore Creatore.  
            * * * 
                   Stava sotto 
              la Croce (Gv 19,25-27). Maria fu donna forte che conobbe la 
              povertà, la sofferenza, la fuga, l'esilio, le contraddizioni (Mc 
              37). Sono le tensioni agoniche nel travaglio della storia per il 
              configurarsi della "civiltà dell'amore", esperienze imprescindibili 
              per chi asseconda le energie liberatrici trasmesse dallo Spirito. 
               
                      Il Cristo morto d'Holblin 
              il giovane, nel museo di Berlino, capolavoro insuperabile del tragico 
              cristiano, e il gigantesco Cristo Pantocrator del Duomo di Moureale 
              rivelano che la croce e la gloria sono i due poli tra i quali si 
              tende l'asse dell'universo cristiano. È significativo, a proposito, 
              l'itinerario della teologia di J. Moltmann.  
                      Per non sfuggire dalla 
              realtà, per calarsi nella storia da protagonisti, bisogna illuminare 
              ogni impegno con la sapienza della Croce.  
                      Anche a noi questo 
              compito trafiggerà l'anima: così i Vescovi d'Italia nel Messaggio 
              dell'Avvento 1983. Il chicco di grano brilla a primavera come spiga 
              dorata solo dopo il buio tenebroso dell'inverno!  
            * * * 
                   Mandò il suo 
              figlio nato da donna (Gal 4,4). Il bisogno di una 
              civiltà a misura d'uomo è tanto più urgente quanto più bassi sono 
              i livelli di vita. E l'emancipazione femminile può risultare il 
              principio creatore di un ambiente dove rifio- risca l'umano. La 
              donna è la dimensione materna che accoglie e salva (Evdokimov), 
              il volto femminile di Dio (L. Boff). Nel mondo d'oggi, 
              nel cuore dell'uomo robotizzato, c'è un'acuta nostalgia di idealità 
              perdute: bontà, gratuità, tenerezza, capacità di meraviglia e di 
              stupore. Ogni figura di donna che, come Maria, è fedele alla propria 
              vocazione, è una epifania stupenda della divina Sofia... A 
              chi sa ascoltare il canto che viene dal cuore vero degli esseri, 
              ogni donna appare come un messaggio dell'Eterno... una miniatura 
              entro la quale le ricchezze di Dio si proporzionano ai nostri occhi 
              e si fanno leggibili, l'icona vivente di tutto ciò che è amato da 
              Dio e della nostra risposta d'amore2. 
               
                      I romanzi di Gertrud 
              von Le Fort sono l'interpretazione poetica e l'espressione lirica 
              di tale Mistero.  
            * * * 
                   Maria, l'Assunta, 
              anticipo e preludio del destino degli uomini e del cosmo. Non 
              solo si affligge l'uomo al pensiero dell'avvicinarsi del dolore 
              e della dissoluzione del corpo, ma anche, ed anzi più ancora, per 
              il timore che il tutto finisca per sempre (GS 18).  
                      L'Assunta è un messaggio 
              di speranze immortali. Il viaggio dell'umanità non finisce su questa 
              spiaggia, ma va verso il sabato della storia dove ogni alienazione 
              sarà sconfitta e la creazione restituita all'originaria freschezza 
              dell'Eden. Anche il corpo, misconosciuto o esaltato dalla cultura 
              d'oggi, sara trascinato in una corrente di eternità.  
                     Intanto occorte non distogliere 
              lo sguardo da questa terra promessa: perché l'attesa 
              di una terra nuova non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare 
              la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente (GS 
              39).  
                      E tutto sarà 
              trasfigurato - diceva il patriarca Atenagora -. Tutto. Tutto ciò 
              che avremo amato, tutto ciò che avremo creato, tutta la gioia e 
              tutta la bellezza avranno un 108 posto nel Regno. Il lavoro 
              resta situazione di patimento, di pianto, di grido; ma i beni 
              del mondo che passa (1 Cor 7,29-31) potranno preparare 
              l'ingresso in questa atta se trasformati in strumenti di amore e 
              di condivisione, se saranno cioè seminati nell'humus della carità, 
              l'altra grandezza che non avrà mai fine (1 Cor 13,8). 
             
            * Queste pagine 
              sono la sintesi della relazione. 
             
                     1 
              Per un'ampia documentazione mi permetto rinviare a: P. 
              PIFANO, La Teologia come profezia nell'ora della crisi, 
              Asprenas, 1 (1984), 7-16.  
                   2 
              G. BIFFI, La Bella, la Bestia, il Cavaliere, 
              Milano 1984, 132-133. 
    
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