NOTE

      1 Si tratta della Colletta della S. Messa Maria Vergine Sede della Sapienza, un formulario appartenente alla Raccolta delle SS. Messe mariane (siglata comunemente CMBVM) edita dalla CEI nel 1987. La S. Messa è siglata con il n. 24.

      2 "Dio chiama all'esistenza le creature operando su una massa priva di forma e di ordine, designata nella bibbia col nome di "terra". Essa raggiunge la sua compiuta bellezza, da caos diviene cosmo, accogliendo senza opposizione l'opera dello Spirito che compie l'opera divina introducendo sulla terra il germe delle parole di Dio", G. VANNUCCI, La Parola creatrice, Cernusco sul Naviglio 1993, 25.

      3 "Dio pensa e vuole la luce, la terra, le acque, il cielo, l'uomo e all'istante queste creature appaiono all'esistenza. Dio ama, e il suo amore nella regione del creato, sono le piante, gli animali, le rocce, i monti, le stelle, ecc. Dio non fa teorie sulla creazione, crea; non specula sulla natura dell'amore e sulle sue manifestazioni, ama", G. VANNUCCI, La Parola creatrice, 23.

      4 Si tratta di una superiorità globale dell'uomo nel cosmo rispetto agli esseri viventi che si vede anche nella costituzione del corpo. Osserva in merito J. M. Maldamé che "il corpo umano è più che un elemento del mondo. Abitato dallo spirito, è un potere sul mondo. È l'unità dinamica in cui il visibile comunica con l'invisibile", J. M. MALDAMÉ, Cristo e il cosmo, Cinisello Balsamo 1995, 97.

      5 "La terra in sé è inerte e priva di forma: il suo movimento verso l'ordine e la bellezza è promosso dallo Spirito di Dio che agisce inserendo nel suo seno le parole divine, che sono il principio e la fine della vicenda gloriosa di ogni creatura, il dono dell'esistenza e la gioiosa energia che conduce avanti, al suo termine sacro, ogni essere creato", G. VANNUCCI, La Parola creatrice…, 25.

      6 Osserva A. Ganoczy: "La soggiogazione della terra viene espressa tramite il verbo kabash, un verbo che presenta diverse accezioni e che può significare sia 'dominare', 'violentare', sconfiggere i nemici', come anche 'prendere possesso di un pezzo di terra'. Il contesto ci autorizza a vedere quest'ultimo significato ad a considerare contrastante con la Bibbia quello che per secoli popoli di cultura cristiana hanno fatto nel mondo: saccheggiare la natura", A. GANOCZY, Dottrina della creazione, Brescia 1992 (orig. 1983), 13. Analogamente, ma in toni meditativi si esprime G. Vannucci: "L'uomo domina le creature aiutandole a raggiungere la piena manifestazione delle loro possibilità di bellezza e di vita. L'uso delle creature per costruzioni di brutture e di scempio è il dominio dell'uomo caduto nel vortice della esteriorità egoistica ed effimera", G. VANNUCCI, La Parola creatrice…, 33. I corsivi sono nel testo.      

      7 A. C. MOLINERO, La Domenica. Dies Domini: celebrazione del mistero di Cristo, Napoli 1998, 183.

      8 La letteratura sul peccato originale è vastissima. Una panoramica dello status quæstionis è offerta dall'insieme dei vari contributi presenti in un volume curato dall'ATI, Questioni sul peccato originale, Padova 1996.

      9 È la tesi suggestiva ed interessante contenuta in A. GESCHÉ, Il Male, Cinisello Balsamo 1996, 76.

      10 "La mente separata ha ucciso nell'uomo la capacità di essere in comunione con gli altri da sé ed ha fatto sorgere in lui la mente del mercante, per la quale la bilancia è lo strumento, ogni cosa ha il suo contro-valore, il suo contrappeso, la sua contropartita; da essa nasce la logica equazionale, il sistema decimale, l'algebra…. Che dimenticando il mistero delle creature tutto riducono a quantità e misura. Per questo l'uomo decaduto scorge solo l'universo quantitativo e tutto misura con l'occhio del bottegaio: il bello e il buono, il vero e il sacro", G. VANNUCCI, La Parola creatrice, 58.

      11 GIOVANNI PAOLO II, Evangelium vitæ, 4, in EV, Bologna 1997, XIV, 1213-1215. Un gran numero di commenti appare nel volume monografico sull'enciclica: M. TOSO (a cura di), Educare alla vita. Studi sull'"Evangelium vitæ", di Giovanni Paolo II, LAS, Roma 1996.

      12 PONTIFICIA ACADEMIA MARIANA INTERNATIONALIS (PAMI), La Madre del Signore. Memoria, presenza, speranza, n. 2, Città del Vaticano 2000.

      13 "La cultura moderna allorché sostiene che la dignità della persona sta nella libertà radicale e totalmente indifferente, poggia su un tragico e deleterio equivoco, sulle sabbie mobili. Difatti una libertà radicale non può conferire dignità alla persona, perché non ha un'identità previa da difendere, su cui radicarsi e a cui far riferimento. La libertà radicale è libertà vuota di contenuti, che non si può determinare a nulla, In essa non si può scorgere alcun segno della grandezza, delle perfezioni e dei fini dell'uomo. Con la conseguenza che essa non ha neanche ragioni per chiedere rispetto delle altre libertà altrettanto radicalmente libere", M. TOSO, Alla ricerca di una gnoseologia e di un'etica che consentano la soluzione della crisi della cultura della vita, in ID. (a cura di), Educare alla vita, 31. Il corsivo è nel testo.

      14 Il Capitolo Generale è la riunione periodica nella quale gli appartenenti ad una famiglia religiosa si ritrovano per verificare la loro vita nei suoi ordinamenti (con l'elezione o la riconferma dei superiori), nella fedeltà al proprio carisma e nell'apostolato. Per i Frati Servi di Maria esso ha scadenza sessennale.

      15 210° CAPITOLO GENERALE DEI SERVI DI MARIA, Servi del Magnificat (da ora siglato con SdM anche nel testo), Ed. Servitium, Sotto il Monte 1995.

      16 Cfr. SdM, 103.

      17 Ibidem.

      18 Cfr. SdM, 107.

      19 Cfr. Ibidem.

      20 In tal ambito risalta la proposta di J. Moltmann secondo il quale è possibile parlare di Dottrina ecologica della creazione.

      21 Cfr. CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA (CCC), 1430-1433. Di tali 4 numeri, il 1431 spiega di cosa realmente si tratti tale penitenza interiore.

      22 È interessante notare come la sequenza delle risposte date a Dio prima dall'uomo (Gen 3,12) e quindi dalla donna (Gen 3,13) nel loro tentativo di discolparsi frantumano la comunione attraverso il pensare solo a sé stessi e a come liberarsi dalla responsabilità di un gesto ormai compiuto e, almeno dall'uomo, irreparabile.

      23 "Noi che siamo figli della violenza, impostati sull'egoismo, pensiamo che il "dominare" sia facile; mentre "dominare", secondo l'esempio di Dio, è avere comprensione delle cose, aiutare le creature a raggiungere la propria creazione. L'uomo è chiamato a dare il nome ad esse, questo nome deve corrispondere alla realtà ultima delle cose. L'uomo deve scoprire l'immagine sapienziale di ogni creatura e deve aiutarla ad adeguarsi a questa meta: solo tale dominio ci è concesso", G. VANNUCCI, La Parola …, 22.

      24 "Libero è solo colui che nel suo intimum si unisce a Dio, che è Amore. Soltanto Lui non rende schiavi. Dominus sui è colui che collabora con Dio in tutto, così che non parla più "da sé stesso", ma "da Lui". Solo allora l'uomo è dignità", S. GRYGIEL, La "Redemptor hominis" e la libertà della persona, in AA.VV., A dieci anni dalla Redemptor hominis, Milano 1989, 65. I corsivi sono nel testo.

      25 G. PANTEGHINI, L'uomo scommessa di Dio, Padova 1998, 247.

      26 La trattazione del bene originale è in De Civitate Dei, l. XXII, 24. Una dettagliata esegesi di questo testo, unita ad un commento, appare in A. SOLIGNAC, Le bien originel chez Augustin, in Nouvelle Révue de Théologie 122 (2000), 400-415.

      27 Partendo da qui si arriva facilmente alla possibilità per l'uomo di conoscere naturalmente Dio senza un iniziale bisogno della Rivelazione. Aspetto sottolineato dal Vaticano I (Dei Filius c. II, DH 3005) e dal Vaticano II (Dei Verbum 2 e 4).

      28 Cfr. CONCILIO VATICANO II, Lumen Gentium, 58.

      29 Cfr. Ibidem, 62.

      30 Tale è l'esempio dei Sette Santi Fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria come appare nella sezione più antica della Legenda de Origine (da ora siglata LO), al n. 18: "Temendo la loro imperfezione pensarono rettamente di mettere umilmente sé stessi e i loro cuori ai piedi della Regina del cielo, la gloriosissima Vergine Maria, perché essa, come mediatrice e avvocata, li riconciliasse (...) al Figlio suo...". Utilizziamo l'edizione a cura di E. M. TONIOLO (Roma 1982) nella quale compare anche il testo originale latino. Due notazioni si impongono a commento di queste poche, ma decisive, righe: anzitutto la tensione dei sette uomini verso l'aldilà è mediata dalla Vergine sempre congiuntamente al Figlio. Un aldilà che è pacificazione e riconciliazione nel quale "non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno" (Ap 21,7) e al quale si arriva - secondo aspetto - in modo totale attraverso "sé stessi", "i loro cuori" posti "ai piedi" della Vergine Santa. Una totalità che suggerisce un senso di fisicità all'esperienza dei Sette. C'è da osservare, tuttavia, che l'atteggiamento di porsi ai piedi della Vergine Maria da parte degli uomini per implorare grazia lo troviamo già agli inizi del 1100 nell'Omelia per la festa della Purificazione di Goffredo di Vendôme (in PL 157, 266).

      31 PAMI, La Madre del Signore, n. 3.

      32 Significative in merito le parole della Marialis cultus al n. 57 (peraltro riprese al n. 7 del citato documento della PAMI): "All'uomo contemporaneo, non di rado tormentato dall'angoscia e la speranza, prostrato dal senso dei suoi limiti e assalito da aspirazioni senza confini, turbato nell'animo e diviso nel cuore, con la mente sospesa nell'enigma della morte, oppresso dalla solitudine mentre tende alla comunione, preda della nausea e della noia, la beata Vergine Maria, contemplata nella sua vicenda evangelica e nella realtà che già possiede nella Città di Dio, offre una visione serena e una parola rassicurante: la vittoria della speranza sull'angoscia, della comunione sulla solitudine, della pace sul turbamento, della gioia e della bellezza sul tedio e la nausea, delle prospettive eterne su quelle temporali, della vita sulla morte".

      33 Su questo aspetto si vedano gli scritti del biblista A. Serra il quale, più volte è tornato ad esaminare il racconto dell'Annunciazione vedendolo in connessione con gli eventi del Sinai in Es 19,3-8. Citiamo in particolare due volumi che mostrano i risultati delle sue ricerche: A. SERRA, E c'era la Madre di Gesù, Cernusco sul Naviglio 1989, 335-340 e ID., Maria secondo il Vangelo, Brescia 1987, 8-15.

      34 Una determinazione che, nel caso di Maria, diviene trasfigurazione e glorificazione così come appare nel mistero dell'Assunzione che mostra il più alto grado raggiunto dalla risposta che la Rivelazione offre alla domanda di senso propria dell'uomo. In tal senso, C Rocchetta annota che "la Vergine Assunta "in anima e corpo" alla pienezza della gloria di Dio rivela al mondo il senso più profondo della Vita e della Morte del cristiano", C. ROCCHETTA, Pasqua: trionfo della vita. Dalla morte alla gloria, in AA. VV., La vita e Maria "Madre della vita", Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1994, 181. Si tratta, come osserva S. M. Perrella, di una vera e propria "antropologia realizzata" quella rappresentata dall'Assunzione. Cfr. S. M. PERRELLA, L'Assunzione di Maria nella teologia post-conciliare, in AA. VV., L'Assunzione di Maria Madre di Dio. Significato storico-salvifico a 50 anni dalla definizione dogmatica. Atti del I Forum Internazionale di Mariologia, Roma 30-31 ottobre 2000, Città del Vaticano 2001, 71-167. L'espressione menzionata viene analizzata alle pp. 146-151.

      35 E. M. PERETTO, Serva, in S. DE FIORES-S. M. MEO (a cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia (da ora siglato NDM), Cinisello Balsamo 1986, 1291.

      36 Su questo punto si veda il documento della CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Orientamenti e proposte per la celebrazione dell'anno mariano (3-IV-1987), in EV X, Bologna 1989, 1053-1112, soprattutto ai nn. 23-26 dedicati all'importanza di Maria nella celebrazione del Battesimo e al legame che la Vergine mantiene a livello teologico con questo sacramento. Al n. 26 in particolare la trattazione del documento segue da vicino l'Ordo baptismi parvulorum. Ci sembra opportuno qui il rimando al numero monografico sull'argomento della rivista Santa Maria Regina Martyrum 1 (1999), 4, intitolato Maria, la Vergine Madre, e il nostro Battesimo.

      37 Cfr. CIRILLO DI ALESSANDRIA, Omelia IV contro Nestorio, in PG 77, 992.

      38 Il grande papa sottolinea questa analogia soprattutto in 2 Sermoni: Sermo XXIV,3, in PL 54, 206 e Sermo XXV,5 in PL 54, 211. Memore di tale confronto, H. Rahner così si esprime in un suo celebre volume: "La nostra nascita nel Battesimo è un'imitazione di quella nascita che nella fecondazione dello Spirito Santo ci ha donato il Salvatore dalla Vergine Maria. Se quindi la santa Chiesa come corpo mistico di Cristo si edifica attraverso i tempi del sacramento del Battesimo, se "noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito e siamo stati nutriti da un solo Spirito" (I Cor 12,13) questo è solo il proseguimento della nascita dell'uomo Dio da Maria e dallo Spirito", H. RAHNER, Maria e la Chiesa, Milano 1977 (orig. ted. 1962), 66. C'è da osservare che tale parallelismo tra Maria e la Chiesa in un contesto battesimale appare anche nell'Antifona di Ingresso della S. Messa n 16 (Maria vergine fonte di luce e di vita) in CMBVM, 54. Di tale Antifona riportiamo il testo: "Salve, Madre della luce: / vergine hai generato il Cristo / e sei divenuta l'immagine della Chiesa Madre, / che nell'onda pura del Battesimo / rigenera i popoli credenti. Alleluia". Si tratta di un formulario per il tempo pasquale. Sempre in questa S. Messa si segnala il Prefazio che pone in evidenza il ruolo di Maria in tutto il cammino di iniziazione cristiana.

      39 Cfr. G. MARCEL, Dal Rifiuto all'Invocazione. Saggio di filosofia concreta, Roma 1976 (orig. fr., 1940), 201. Il discorso di Marcel è svolto in chiave fenomenologica.

      40 In tal senso sono giuste le osservazioni di A. Ganoczy alla nota 6 e possono essere rivolte tanto ai cristiani, come ai critici più serrati del Cristianesimo.

      41 Cfr. CONCILIO VATICANO II, Gaudium et Spes, 37.

      42 "Le radici di questa congiura planetaria contro la vita si trovano per l'Evangelium Vitæ nella deformazione del concetto di soggettività, in base al quale "si riconosce come titolare di diritti solo chi si presenta con piena o almeno incipiente autonomia", chi non dipende da altri o chi può comunicare in modo esplicito (Cf. EV 19)", S. MARTELLI, Vita sotto condizione. Società post-moderna ed aggressioni alla vita, in M. TOSO (a cura di), Educare alla vita, 15.

      43 Il tema, ad esempio, è stato affrontato in diversi passi della lettera della CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Alcuni aspetti della meditazione cristiana, risalente al 1989. Il testo compare in EV, Bologna 1991, IX, 1669-1705.

      44 La trattazione teologica dell'umiltà di Maria è presente soprattutto in Occidente ed ha prodotto vasta letteratura da Ambrogio in poi. Singolare descrizione ce ne viene offerta da un monaco francese del secolo XII, Luca di Mont- Cornillon (+ 1182 ca.). Egli - in un suo commento allegorico del Cantico dei Cantici - individua ben sei gradi attraverso i quali si esplicita questa virtù in Maria, raffigurata nella pianta di nardo, profumata ma di modesta altezza. Cfr. LUCA DI MONT-CORNILLON, Moralitates, in PL 203, 521.

      45 Cfr. GERMANO DI COSTANTINOPOLI, Omelia I sulla Dormizione della Madre di Dio, in PG 98, 345. Il testo compare tradotto in italiano in G. GHARIB-E. M. TONIOLO-L. GAMBERO-G. DI NOLA (a cura di), Testi mariani del primo millennio, Roma 1989, vol. II, 354.

      46 Nel citato passo di LO 18, il "rettamente" riferito al proposito di affidarsi a Maria è connesso e motivato per i Sette dal loro leale scoprirsi quale essi sono realmente, ossia imperfetti.

      47 Se nell'esperienza francescana, l'armonia uomo-cosmo-Dio si è resa famosa e tangibile nel Cantico delle Creature, non meno forti sono gli accenti con i quali essa compare nella vicenda dei Sette Santi. Sempre la LO al n. 41 si sofferma ad illustrare il luogo di Monte Senario non soltanto evidenziando i suoi elementi naturalistici, ma ponendo in connessione il "bosco ordinato" alla sommità del monte "come piantato dalla mano dell'uomo" e l'intero monte "preparato da Dio". L'elemento umano e l'iniziativa di Dio vengono a saldarsi su questo monte, figura del vero monte che è Cristo luogo in cui la Rivelazione di Dio giunge al suo compimento. Su questo punto si veda anche SdM 109. Un'originale rilettura biblica di Monte Senario, non priva di risonanze ecologiche è offerta da A. SERRA, Il Senario, "Monte santo" dei Servi di Maria. Un suggestivo midrash della "Legenda de Origine Ordinis Servorum", in ID., Nato da donna… Ricerche bibliche su Maria di Nazareth (1989-1992), Cernusco sul Naviglio 1992, 309-355.

      48 Il concetto appare ad esempio nella raccolta di saggi Sponsa Verbi, ma anche nel breve articolo Maria nel nostro tempo, in Il Nuovo Areopago 6 (1987), 4, 67.

      49 Nella visione di Ap 12, la donna fugge nel deserto una seconda volta grazie ad un dono dall'alto (le ali dell'aquila) e nel deserto è sostenuta dal nutrimento (v. 14). Circa il nutrimento offerto alla donna nel deserto, l'accostamento alla manna non deve essere assolutizzato, anche se non è da escludere. Citiamo qui alcuni autori che rispecchiano, in anni diversi, le posizioni esegetiche e le spiegazioni di Ap 12,14. Il primo, in ordine di tempo, è A. Läpple che - nella sua monografia - si limita a riferirsi al parallelismo/accostamento con la manna data nell'Esodo (A. LÄPPLE, L'Apocalisse, Modena 1969 (orig. 1968), 151). Analogamente, un recente articolo di E. Bianchi presenta lo stesso accostamento, cfr., E. BIANCHI, Lectio divina su Apocalisse 12, in Theotokos 8 (2000), 190. Di poco posteriore agli studi di Läpple si colloca una seconda monografia di E. Schick che presenta un ampliamento di significato. L'autore qui non nomina la manna, ma parla di 'aiuto soprannaturale' (E. SCHICK, L'Apocalisse, Roma 1973, 144). Molto più elaborato, ovviamente, appare U. Vanni che, nel suo ormai classico studio della fine degli anni '80, considera il nutrimento come aiuto di Dio ed unisce alle vicende narrate da Es 16, il nutrimento dato ad Elia (1 Re 17,1-7) ed il contesto nuziale di Os 2,16-18. Del resto, fa notare Vanni, il vocabolo è nell'originale greco al plurale e ciò indica molteplicità di nutrimento (U. VANNI, L'Apocalisse. Ermeneutica, esegesi e teologia, Bologna 1988, 250). Decisamente contrario ad ogni associazione del nutrimento di Ap 12,14 con la manna appare P. Farkaš secondo il quale quanto è offerto alla donna "è un nutrimento della provvidenza, paragonato al destino degli uomini, è un atto provvidenziale nei loro confronti. Non implica necessariamente il nutrimento di manna e forse è anche difficile che possa evocare quest'idea. (…) L'unico indizio che possa collegarsi con la manna e con l'immagine della counità è il deserto. Tuttavia, questo è molto ambiguo, e nella tradizione dei vangeli non indica direttamente il deserto, ma implica un posto prediletto di Gesù, il posto della preghiera, un luogo deserto, luogo solitario, cioè un luogo particolare del contatto con suo Padre. Sembra che il destino riguardo alla madre di Gesù non fosse per la comunità giovannea qualcosa di indifferente (Gv 19,27: "il discepolo la prese nella sua casa "in proprio"") . Si ha l'impressione che l'autore sacro abbia voluto dire: "Non preoccupatevi del suo destino, è nelle mani buone, Dio l'ha preso in cura. Egli la provvede"", P. FARKAŠ, La "donna" di Apocalisse 12. Storia, bilancio, nuove prospettive, P.U.G., Roma 1997, 225-226. Segnaliamo anche il commento a questo volume di Farkaš di M. MASINI, Una rassegna di interpretazioni di Apocalisse 12, in Marianum 1-2 (2000), 263-269.

      50 Su questo aspetto si vedano le interessanti osservazioni contenute nel volume di A. SERRA, Dimensioni mariane del mistero pasquale, Milano 1995, 126-131.

      51 GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai partecipanti al Convegno internazionale di studi per il XVI centenario del Concilio di Capua (24 maggio 1992), in Acta Apostolicæ Sedis 83 (1993), 670.

      52 SdM, n. 108.

      53 Ibidem.

      54 Su questo argomento si veda l'ottimo studio di M. T. DE L'ENFANT JESUS, Tota pulchra es Maria, in H. DU MANOIR (a cura di), Maria, Paris-Beauchesne 1958, t. V, 815-885. Si tratta di uno scritto molto ricco di riferimenti biblici, patristici (orientali ed occidentali), liturgici e mostra, per il tempo in cui è stato steso, buoni spunti ecumenici.

      55 Cfr. GIOVANNI DAMASCENO, Homilia in Transfiguratione Domini 18, in PG 96, 573.

      56 Cfr. Ibidem. Il testo del Damasceno segue evidentemente 1 Cor 15,28.

      57 "…Maria è la creatura "tota pulchra"; è lo "speculum sine macula"; è l'ideale supremo di perfezione che in ogni tempo gli artisti hanno cercato di riprodurre nelle loro opere; è "la Donna vestita di sole", nella quale i raggi purissimi purissimi della bellezza umana si incontrano con quelli sovrani, ma accessibili, della bellezza soprannaturale", PAOLO VI, Discorso ai partecipanti al VII Congresso Mariologico Internazionale e al XIV Congresso Mariano nell'Aula Magna del Pontificio Ateneo "Antonianum" (Roma, 16-V-1975), in AAS 67 (1975), 338. La traduzione dall'originale francese è quella riportata dal documento della PAMI al n. 33.

      58 PAMI, La Madre del Signore, n. 33. Il corsivo è nel testo.

      59 G. PALAMAS, Omelia 37 sulla Dormizione di Maria, in ID., Abbassò i cieli e scese. Omelie. Introduzione, traduzione e note a cura di B. M. MARIANO, Comunità di Bose, Magnano (BI), 1999, 263. Ma tale tema compare anche nell'Omelia 14 sull'Annunciazione a Maria, ivi, 95.

      60 Il titolo "Vertex creationis" è ripreso in SdM 108 e desunto da un Discorso di Paolo VI da lui pronunciato in piena epoca conciliare (datato 24-3-1965), in occasione di un Congresso Mariologico svoltosi a S. Domingo in quell'anno. Il testo è il seguente: "Maria, la elettissima fra tutte le creature per pienezza di grazia e la santissima per l'innocenza immacolata e per la corrispondenza volontaria e totale al volere di Dio", PAOLO VI, Discorso nell'udienza generale (24-3-1965), in Insegnamenti di Paolo VI, vol III, 889.

      61 Il Concilio Vaticano II esprime questa convinzione in LG 53 ed in essa inquadra l'altro aspetto relativo al carattere sovraeminente e singolare di Maria all'interno dell'intera comunità ecclesiale.

      62 A. SERRA, Maria e la pienezza del tempo. Meditazioni sul mistero dell'Incarnazione per il Giubileo del Duemila, Milano 1999, 85. Il corsivo è nel testo. Lo stesso Serra ha trattato molto dettagliatamente l'argomento nel già citato volume Nato da donna…, 141-188.

      63 Cfr. A. SERRA, Maria secondo il Vangelo, 135.

      64 G. GROSSO, Con Maria sulle orme di Gesù. Lectio divina di alcuni passi mariani, Roma 1996, 68.

      65 C. ROCCHETTA, Pasqua: trionfo della vita. Dalla morte alla gloria, in AA.VV., La Vita e Maria "Madre della Vita", Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1994, 181.

      66 A. SICARI, Riflessioni per un'antropologia mariana, in Il Nuovo Areopago 6 (1987), 4, 62.

      67 "Maria non è una scorciatoia e nemmeno uno sconto sul rigore del Vangelo. Ella è la freccia direzionale che rinvia direttamente al centro dell'esperienza cristiana: la Persona di Gesù e la sua Parola", A. SERRA, Maria secondo il Vangelo, 145-146.

      68 J. CASTELLANO CERVERA, Comunione e collaborazione con Maria al progetto di Dio, in AA.VV., Come collaborare al progetto di Dio con Maria, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1985, 152.

      69 Nell'articolo citato nella nota precedente l'autore si sofferma ad illustrare - attraverso l'arte figurativa - come sia possibile avere delle sollecitazioni molto forti per il nostro oggi, così assediato dalla cultura della morte. Il riferimento di Castellano è ancora al documento Fate quello che vi dirà (nn. 89-93) e prende in particolare considerazione le immagini della Vergine gravida (rispetto della donna incinta e della vita incipiente), della Vergine che allatta il Bambino (cura verso i più deboli, con riferimento al doloroso problema della fame), della Vergine Addolorata (rispetto del mistero del dolore e adozione di soluzioni di vita anche in quelle circostanze in cui tutto sembra finire). Cfr., J. CASTELLANO CERVERA, Art. cit., 151-52.

      70 P. TEILHARD DE CHARDIN, La vita cosmica, Milano 1971, 87.

Torna Indietro