MARIA, LA MADRE DI GESÙ,
PREPARA LA VENUTA DEL SALVATORE NEL CUORE DELL’UMANITÀ

Carlo Rocchetta

     

       Guardare a Maria, la Madre di Gesù, come a colei che prepara la venuta del Salvatore nel cuore dell’umanità. L’accento è posto su quel “prepara”: Maria è colei che, assunta in cielo, prepara la via, predispone ad accogliere il Salvatore del mondo, il suo Figlio Gesù. Una missione, questa, che corrisponde al contenuto più profondo della maternità sua divina. La maternità di Maria, infatti, realizzatasi una volta per sempre nella concezione verginale dell’Unigenito di Dio fatto Uomo e nella sua nascita al mondo, continua oggi, nel tempo della Chiesa, come maternità spirituale verso l’umanità intera fino al compimento finale della storia.
      La cooperazione offerta da Maria al compimento della salvezza nella storia non si esaurisce dunque nella generazione dell’Unigenito di Dio, ma si dispiega, si prolunga e si attua in tutto il tempo che segue all’evento della pasqua. Scrive infatti il Concilio: “Assunta in cielo, Maria non ha deposto la sua funzione di cooperatrice all’opera della salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua ad ottenerci le grazie della salute eterna... Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice” (LG 62). Una cooperazione che Maria realizza “con lo stesso amore di Madre” (LG 63) che ha vissuto nei confronti del Figlio Gesù; una cooperazione universale e permanente, come spiega lo stesso Concilio: “La maternità di Maria nell’economia della grazia perdura senza soste, dal momento del consenso fedelmente prestato nell'annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coro­namento di tutti gli eletti” (LG 62).
      Questa missione non va intesa come un agire che possa prescindere da Cristo o dal suo ruolo unico di Salvatore e mediatore tra Dio e gli uomini. “La funzione materna di Maria verso gli uomini - spiega con chiarezza la LG - in nessun modo oscura o diminuisce l'unica mediazione di Cristo, ma ne mostra piuttosto l'efficacia. Poiché ogni influsso salutare della beata Vergine verso gli uomini, non nasce da una necessità, ma dal beneplacito di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa dipende in modo assoluto e da essa attinge tutta la sua efficacia” (LG 60).
      Si tratta dunque di meditare sulla maternità spirituale di Maria nel “frattempo”, nel tempo tra le due venute di Cristo. Una maternità spirituale che, in una composizione pittorica, potrebbe essere rappresentata da un grande trittico, comprendente una tavola centrale e due tavole laterali:

· nella tavola centrale, il mistero fondamentale della maternità divina di Maria: Maria che offre il Figlio suo Gesù al mondo intero;
· nelle due tavole laterali in una, la maternità della Vergine nei confronti dei popoli della terra, soprattutto di quelli nei quali Cristo non è riconosciuto o non è accolto; e nell'altra, la maternità della Vergine verso la Chiesa in cammino nella storia e verso ciascuno di noi, durante tutto il nostro pellegrinaggio terrestre.

      Secondo le vie di Dio che non conoscono ritorni indietro o pentimenti, Maria conserva nei confronti dell'umanità, della comunità ecclesiale e di ogni battezzato, quel medesimo compito che ha vissuto in ordine alla venuta del Figlio di Dio nella storia: preparare la venuta di Gesù nel cuore degli uomini e presentarlo all'umanità, e preparare la venuta del Salvatore nella Chiesa e in ogni credente, dando forma alla sua presenza in noi. Due prospettive da analizzare e da meditare nel modo più profondo possibile, per poter comprendere quanto Maria, la Madre di Gesù sia vicina ad ogni popolo e ad ognuno di noi.

l. Maria in relazione alla venuta di Gesù nell’umanità

      In relazione alla venuta di Gesù nell’umanità, la Vergine Maria svolge un compito di primissimo piano. In lei infatti culmina l'attesa dei popoli e in particolare d’Israele; in Maria convergono e confluiscono tutte le preparazioni, le prefigurazioni e le grazie che hanno riempito l'Antico Testamento. A pieno titolo, si può dire che alla vigilia della venuta di Cristo, Maria riassume in sé e compie l'attesa dei secoli che l'hanno preceduta. Per questo, ella stessa può magnificare il nome del Signore e riconoscere che per mezzo di lei e in lei il Signore ha ormai manifestato la potenza del suo braccio: “Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre” (Lc 1,54-55).

      1.1. Maria: compimento dell’attesa di salvezza d’Israele e dei popoli

      Maria rappresenta il culmine di tutta l'azione educatrice di Dio in favore d’Israele. L'opera di Dio nell'AT, infatti, è stata essenzialmente quella di far passare il popolo eletto da una condizione “carnale”, grossolana e spesso difforme dal suo progetto, ad una più spirituale, di maggiore disponibilità, di purezza e di conformità alla sua parola, in modo da costituire un Tempio, una Dimora degna di accogliere il Salvatore, ed essere capace di ricevere il dono dello spirito messianico e di diventare veicolo della redenzione per tutta l’umanità. Quest'opera si compie in Maria.
      L'azione educatrice di Dio lungo l’AT è al tempo stesso diretta a far comprendere che il progetto salvifico è un progetto universale, che va oltre i limiti della razza ebraica, al di la dei confini del popolo d’Israele, ed è indirizzato a tutta l’umanità, a tutti i popoli della terra, nessun escluso. Basta ricordare i grandi annunci profetici : “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te... Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio” (Is 60, 1.34).
      L’opera educatrice del Signore, indirizzata a far conoscere il progetto universale di Dio sull'umanità, culmina nel cuore della Vergine in modo tale che se

- per un verso, Ella è stata preparata da tutto il cammino del popolo ebreo e rappresenta il meraviglioso fiore sbocciato in mezzo ad Israele al termine dell'azione di Dio nel cuore dei patriarchi e delle donne sante dell'AT, dei profeti e dei saggi d'Israele,
- per un altro, tutto l'AT e l’attesa di tutti i popoli si raccoglie in Maria in un'aspirazione ardente e in una preparazione spirituale piena e ormai immediata alla nascita del Redentore.

      In Maria, noi possiamo contemplare il magnifico risultato dell’azione educatrice di Dio, la pienezza e il suo compimento. “Ogni valle sarà colmata, ogni monte sarà abbassato”, aveva annunciato Isaia colmo di speranza (Is 40, 4). Giunti a Maria si può ormai dire che ogni valle è colmata, ogni monte è abbassato. Ella è il Tempio nel quale Dio pone la sua Dimora ed la via sulla quale il Signore potrà camminare per presentarsi all'umanità, per portare a tutti il lieto annuncio della salvezza (Is 52, 7).
      Grazie a questa figlia di Sion, la promessa fatta a Israele attinge alla sua piena realizzazione: “Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre” (Lc 1,55).

      1.2. Maria: inaugurazione dei tempi escatologici attesi

      Compimento e inaugurazione. L’attesa dei popoli si compie in Maria e Maria costituisce in pari tempo l'inaugurazione della pienezza dei tempi: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché noi ricevessimo l'adozione a figli” (Gal 4, 4-5). La nascita del Figlio di Dio da una donna, Maria, è collegata alla nascita dei credenti come figli adottivi: si passa dalla pie­nezza dei tempi nella quale il Figlio di Dio viene nel mondo per mezzo di Maria alla nostra nascita, all'essere riscattati e introdotti nella figliolanza del Figlio unico, Cristo Gesù: “Nato sotto la legge per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli” (Gal 4, 4-5).
      Il mistero di Maria è inseparabilmente collegato al mistero della venuta del Salvatore nel mondo. E’ indispensabile cogliere il realismo di questo accadimento, il mistero di Dio che si fa uomo nella storia grazie a Maria. Con l'incarnazione infatti si compie in Maria e, per mezzo di Maria, nel mondo, l'evento decisivo della storia. Siamo fin troppo abituati a contemplare questo mistero, tanto da non meravigliarci più. In realtà, il fatto che il Figlio di Dio, per mezzo di Maria, faccia irruzione in mezzo a noi rappresenta l'evento decisivo, assolutamente unico della storia. Niente avrà mai tanta importanza quanto quell'evento. Nessuna evoluzione, nessun progresso scientifico, nessuna invenzione, nessuna rivoluzione potranno mai apportarci qualcosa di minimamente paragonabile ad esso, di tanto grande, di tanto decisivo per la condizione umana. Giovanni esprime questo mistero ineffabile in un versetto di meno di dieci parole: “E il Logos si è fatto carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi” (Gv 1, 14). Solo un versetto, per esprimere l'evento fondamentale, assolutamente singolare e decisivo della storia del mondo: evento che cambia ontologicamente la condizione dell'uomo sulla terra, dal momento che è l'evento che rende possibile la partecipazione dell'uomo alla vita stessa di Dio, alla vita dell'Unigenito Figlio di Dio: “A quanti l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono nati” (Gv 1, 12-13).
      Il mistero di Maria si situa al cuore di questo evento. Ella è la prima a beneficiarne, così come è grazie a lei che questo evento si compie nella storia e ciascuno di noi può, a sua volta beneficiarne. Ed è questa la ragione della nostra profonda venerazione per Maria: il compito storico, unico, che Ella ha svolto nell'economia della salvezza; un compito assolutamente irrepetibile. Il culto alla Vergine non deriva, come da qualche parte si vorrebbe far credere, da una specie di sublimazione della femminilità o della maternità in analogia a quanto avviene nelle religioni naturali. Il culto alla Vergine nasce dal fatto, storicamente accertato, assolutamente singolare e irrepetibile, per il quale questa donna è stata chiamata ad essere la Madre dell'Unigenito Figlio di Dio fatto uomo. Questa è la ragione del culto alla Vergine Maria, e non altra: deriva dalla proclamazione che Ella è la Theotokos, come ha affermato la fede della Chiesa fin dai primi secoli. Ecco il fatto essenziale, la motivazione decisiva della nostra venerazione. “Nacque da Maria Vergine”, proclamiamo nel Credo apostolico. “Si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”, ribadiamo nel Simbolo niceno-costantinopolitano.

      1.3. La missione di Maria verso coloro che sono lontani da Cristo

      E poiché, come accennavo all'inizio, le vie di Dio non conoscono ritorni indietro o pentimenti, Maria conserva nei confronti dell’umanità e nei confronti del Corpo di Cristo e di ogni suo membro lo stesso compito che Ella ha vissuto in prima persona nei riguardi dell’Unigenito incarnato e della realizzazione del mistero della salvezza. Dio è fedele. Il compito che Maria ha avuto una volta nella storia, continua ad averlo oggi, fino al compimento definitivo della storia stessa. Se infatti Cristo è colui che al termine delle attese d'Israele è già venuto nel mondo ed è stato presentato all’umanità da Maria, egli rimane colui che deve ancora venire. “Di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà mai fine”, proclamiamo nel Credo. Attendiamo dunque una seconda venuta: “Verrà di nuovo”.
      La salvezza è già compiuta e tuttavia essa deve ancora estendersi a tutta l'umanità e manifestarsi ad ogni uomo in tutto il suo splendore e in tutta la sua potenza. Se con la prima venuta del Cristo Salvatore fu saziata l'attesa d'Israele, la stessa attesa sussiste oggi per la Chiesa e per l'intera umanità. “Maranà tha: vieni, o Signore” (1Cor 16,22): è il grido che risuona nella comunità ecclesiale dai primi albori della Chiesa ad oggi.
      Il tempo della Chiesa, come si usa dire comunemente, è il tempo del “già” e del “non ancora”, è il tempo in cui la salvezza è già compiuta e tuttavia essa non è ancora visibilmente manifestata; lo sarà con la seconda venuta del Signore. Il tempo della Chiesa è dunque il tempo di un avvento permanente. Cristo continua a farsi presente e ad operare nella Chiesa e in ciascuno di noi, instancabilmente, fino al compimento della storia, la parusia finale. In questa incessante venuta del Signore Gesù, Maria continua a sostenere un compito di primissimo piano: continua “a precederci nel mondo” per essere Colei che prepara la venuta di Gesù.
      Lo sappiamo: Gesù “non è ancora venuto” nei confronti di gran parte dell'umanità: è venuto in alcuni popoli, ma non in tutti; è accolto da un certo numero di uomini, ma non è riconosciuto da tutti. Vi sono intere zone della terra nelle quali Gesù è come se non fosse nato. Il Corpo mistico di Cristo non ha ancora raggiunto la pienezza, il pleroma, come dice Paolo, per rea­lizzarsi interamente in tutte le cose (Ef 1,23). La pienezza di Cristo e della Chiesa non si è ancora compiuta. Riconoscere il compito singolarissimo che Maria ha svolto in ordine alla venuta del Redentore nel mondo, implica riconoscere in pari tempo il compito particolarissimo che Ella svolge nella preparazione alla venuta di Cristo, soprattutto in quei popoli che sono ancora in attesa del Redentore, che si trovano tutt’oggi in un tempo di avvento. Si colloca a questo livello il senso propriamente missionario del mistero di Maria.

      1.3.1. Maria prima dell’incarnazione redentiva

      Il mistero della Vergine è di essere là dove non c’è ancora il Cristo o il Cristo non è ancora stato riconosciuto. Sta qui il significato peculiare il mistero di Maria: essere presente in questo spazio di attesa, di avvento, nel quale Cristo non è ancora nato. Non si deve dimenticare che, sotto il profilo della storia umana, Maria era in Israele prima di Gesù, era già presente in quello spazio che ha preceduto l'incarnazione storica dell’Unigenito nel mondo. Si dà dunque un tempo nel quale Maria è presente, prima che Gesù si sia visibilmente manifestato e sia formalmente riconosciuto: una presenza che precede la venuta del Salvatore, non riducibile ad una vuota attesa, in quanto costituisce già un'azione attiva che prepara nel grembo nascosto della storia il mistero dell’incarnazione, operando concretamente perché esso si riveli e si compia in tutta la sua forza redentiva.
      Sembra dunque che si possa parlare di un tempo nel quale il Regno di Dio è già all'opera prima ancora che Gesù lo proclami in modo esplicito. Maria infatti, prima ancora dell'incarnazione, ne è una presenza anticipata e un segno reale ed effettivo. Maria è l'icona dell'umanità salvata prima ancora che il Cristo stesso manifesti e attui storicamente la sua salvezza.

      1.3.2. Maria nello spazio di tempo tra l’ascensione e la pentecoste

      Non solo; ma partendo da quanto si è appena detto, si può aggiungere che Maria è già la Chiesa prima della Chiesa: è la prima redenta e il primo componente della Chiesa. E’ importante ricordare, sotto questo aspetto, che Maria sia presente in quello spazio di tempo, in quell'intervallo spirituale, che separa l'ascensione dalla pentecoste. In quello spazio di tempo, in quell'intervallo spirituale, misterioso, ma ricco di contenuto teologico, non vi è più la presenza visibile del Cristo, asceso ormai al cielo e glorificato, ma c’è Maria; e la presenza di Maria è già l'esserci della Chiesa, prima ancora della sua manifestazione pubblica attuata dalla pentecoste. Non vi è la presenza visibile di Gesù, ma vi è Maria, e la sua presenza è già la presenza della Chiesa e la garanzia del dono dello Spirito.
      Questo duplice fatto, questa presenza di Maria prima dell'incarnazione e prima della missione pubblica della Chiesa, è fondamentale perché pone in evidenza il compito della Vergine Santissima in seno all'umanità e ai popoli che ancora non credono in Gesù Cristo. Non Cristo è presente tra loro (almeno in modo esplicito e riconosciuto); non la Chiesa in forma pubblica; eppure si può ritenere che vi sia già una presenza di Maria. Prima che i popoli pagani siano convertiti a Cristo, prima che la Chiesa visibile sia operante in mezzo ad essi, vi è una mistica presenza di Maria che prepara la venuta del Salvatore e ne costituisce quasi un’anticipazione. Risiede in questo dato di fatto la misteriosa e profonda relazione di Maria con i popoli non cristiani. Maria è per tutti loro fra di loro l'icona dell'avvento del Regno di Dio.

      1.3.3. Maria verso i peccatori

      Torna in mente la confidenza di Charles Peguy quando racconta come, in un periodo buio della sua vita, non potendo dire “Padre nostro”, potesse tuttavia esclamare “Ave Maria”. Molti peccatori si trovano nell'impossibilità di recitare il Padre nostro, ma recitano ogni giorno l’ “Ave Maria”. Ed è giusto che sia cosi. Quando non si riesce a dire “Padre nostro”, perché mancano le disposizioni filiali della grazia e non si pregherebbe dunque “in spirito e verità” (Gv 4, 23), si può tuttavia ripetere “Ave Maria”, poiché dove Gesù e la grazia sono assenti, vi e una presenza segreta di Maria.
      E’ questo dato teologico che spiega quella misteriosa e straordinaria relazione che si riscontra tra i peccatori e Maria, sentita dai peccatori stessi. Essi invocano Maria, pur non riuscendo spesso a rivolgersi a Dio o ad avvicinarsi alla Chiesa. Chi di noi non ha incontrato persone che per lunghi periodi sono state lontane da Dio e dalla Chiesa, dalla grazia e dalla fede, e che tuttavia ci hanno confidato che, in quel periodo, invocavano Maria? Questa fiducia è stata per molti di loro il punto di partenza per quel ritorno a Cristo che è la conversione, la riscoperta della fede, la salvezza. E’ indiscutibile che esista un rapporto particolare di Maria con coloro che sono lontani da Dio: Maria previene, prepara in loro l'incontro pieno con il Salvatore, con la Chiesa e con i sacramenti.

      1.3.4. Maria verso i popoli della terra

      Portano egualmente in loro una presenza misteriosa, ma reale di Maria tutti quei popoli lontani dal Vangelo. Gesù e la Chiesa non sono in mezzo a loro, almeno in modo esplicito o completo, ma vi è certamente Maria. Una misteriosa protezione, una misteriosa preparazione mariana avvolge i popoli che non conoscono il Signore Gesù o che addirittura lo rifiutano. Sappiamo che dove la grazia dì Gesù non può passare, passano le grazie mariane, quelle delle preparazioni, quelle dell'avvento, in attesa che il Signore si manifesti e sia pienamente accolto.
      Si può cogliere questa consapevolezza di fede anche da un altro punto di vista, rifacendoci alla teologia della grazia, quando si distingue - accanto alla grazia santificante - la cosiddetta grazia preveniente:

- prima di essere in stato di grazia, noi non siamo privi di qualunque grazia;
- esistono grazie anche per coloro che ancora non sono nella grazia: sono le grazie che preparano alla grazia;
- senza queste grazie preparatorie, che ci danno la possibilità di giungere alla grazia in pienezza, noi non vi giungeremmo mai da soli.

      La missione di Maria si colloca entro questo ordine di grazie, le grazie prevenienti. Maria è come una presenza iniziale di grazia, là dove la grazia manca o non è operante in tutta la sua pienezza: Maria è come la grazia che previene e prepara alla grazia in Cristo.
      Ecco perché si può affermare l'esistenza di un particolare rapporto fra lei e i popoli che sono fuori dalla fede cristiana. Pensiamo ai grandi continenti dell'umanità: al mondo arabo, alla Cina, al mondo dell’Est, all'India, all’Australia; popolazioni immense che vivono in gran parte in una situazione analoga a quella degli ebrei prima che Gesù venisse nel mondo, o a quella degli Apostoli prima che discendesse su di loro lo Spirito Santo, in una situazione di attesa. Chi sa che tanti indizi (si pensi alla profonda venerazione verso Maria dell'Islam, alla fine del comunismo in Unione sovietica e alla grande devozione mariana in quei paesi, al culto della Madre che caratterizza la cultura cinese o al culto della verginità presente nella civiltà dell'India), non rappresentino già una presenza di grazia di Maria nel cuore dell'umanità, e che non sia proprio a partire da questi segni che Maria potrà un giorno ricondurre queste immense popolazioni a Cristo. Lo dobbiamo chiedere e implorare!
      Maria occupa un posto immenso nel mondo e vi svolge un compito fondamentale; e ci dispiace che i nostri fratelli della riforma non possano percepire, almeno in gran parte, questo mistero di Maria, anche se non mancano tra loro segni di una riscoperta della figura di Maria. La recente visita del Santo Padre al mondo dell’ortodossia greca e in seguito a quello della Russia sono segnali di grande speranza per il futuro e per l’unità dei credenti in Cristo. Anche in questo Maria è un immenso dono di unità e di grazia in vista dell’unità.

2. La maternità di Maria nei confronti della Chiesa e di ognuno di noi

      Ciò che vale per le popolazioni del mondo, vale ovviamente per ognuno di noi. Le nazioni non cristiane non sono le sole a trovarsi in una situazione di avvento. La Chiesa stessa vive in un avvento sempre in atto, nell'attesa di una pienezza che ancora non possiede. Maria è pienamente Madre del Cristo e della Chiesa, e madre di ciascuno di noi. Agostino amava dire: “Maria e veramente madre delle membra [di Cristo], che siamo noi, perché cooperò con la sua carità alla nascita nella Chiesa dei fedeli, che sono le membra di quel Capo”.

      2.1. Maria, Madre della Chiesa

      Il tempo tra le due venute di Cristo è un tempo di pellegrinaggio entro due consapevolezze fondamentali:

- la certezza della santità irrevocabile donata da Cristo alla sua Chiesa,
- e il bisogno di una continua purificazione nei membri che la compongono per essere fedele al disegno di Dio.

      La Chiesa è indefettibilmente santa e insieme bisognosa di un continuo rinnovamento nella fedeltà al Vangelo e alla grazia. Anche nella Chiesa, accanto a una presenza, vi è talvolta un'assenza di Gesù, e quindi una particolare presenza di Maria nella misura in cui Maria è colei che prepara la venuta di Gesù, la sua venuta definitiva. Esattamente come Ella ha riempito della sua presenza lo spazio tra l'ascensione e la pentecoste, così Ella riempie di sé lo spazio che separa la pentecoste dalla parusia finale.
      Riempie questo tempo in un duplice senso: come segno di luminosa di speranza a cui la Chiesa, pur in mezzo alla tempeste, può guardare con assoluta fiducia; come presenza di grazia e mediatrice di tutte le grazie, di tutte le chiamate e di tutte le conversioni. Il titolo di “Maria, Madre della Chiesa”, voluto da Paolo VI e ripreso da Giovanni Paolo II, esprime questa consapevolezza: Maria è a pieno titolo Madre della Chiesa e Madre di ognuno di noi.

      2.2. Maria Madre di ognuno di noi

      Non solo la Chiesa come comunità, ma noi stessi, nelle nostre esistenze spirituali, viviamo un “già” e un “non ancora”: un mistero di continuo avvento, di progressi­va venuta del Signore Gesù in noi, finché raggiungiamo la piena statura dell'Uomo nuovo “rinato dall'acqua e dallo Spirito” (Gv 13, 5), a misura della statura del Figlio di Dio incarnato (Ef 4, 13).
      Viviamo in questa attesa: l’attesa che Cristo, dopo averci incorporato in sé col battesimo, riempia sempre più di sé le nostre esistenze e ci trasformi. Anche in questo ambito Maria svolge una missione particolare. La grazia di Cristo rimane legata al ruolo svolto da Maria nella storia della salvezza. Dai primi momenti ai più alti vertici della spiritualità, è sempre Maria che prepara la venuta di Gesù in noi e gli fa prendere forma in noi.
      Sussiste un legame profondo tra Maria e la vita nuova che il Signore Gesù ci dona mediante la Chiesa. Ciò vale in primo luogo per quell'evento fondamentale che ci fa partecipare alla vita stessa di Cristo e della Chiesa che è il battesimo e vale per tutti i sacramenti. Maria è in profonda relazione col battesimo e con i sacramenti della Chiesa. C'è una grazia della Vergine SS. nel nostro battesimo: c'è nella preparazione, nel compimento e in tutto il nostro cammino battesimale. I Padri della Chiesa amavano mettere in parallelo la maternità di Maria e la maternità della Chiesa. Non a caso, spesso, vicino al fonte battesimale, c'era la grande icona di Maria Madre, proprio per mostrare questa continuità tra la maternità di Maria nella generazione del Figlio al mondo e nella generazione degli uomini nel battesimo.
      Maria accompagna il nostro cammino di crescita spirituale in Cristo, dall'inizio alla sua pienezza. In fondo, che cos’è il battesimo se non un mistero di nascita di Cristo in noi? A sua volta, la vita spirituale che cos’è se non è lo sviluppo di mistero in noi? C'è dunque un mistero di natività che si celebra di continuo nelle profondità della nostra esistenza spirituale e alla cui attuazione Maria svolge un compito specifico. Come ha sostenuto una missione eminente nella nascita di Cristo, così continua a sostenere una missione eminente nella preparazione delle venute attuali di Gesù in noi, per formarci a misura dell’Uomo nuovo, il Figlio di Dio incarnato.
      Maria è Madre non solo perché ha generato Cristo, ma è Madre perché collabora alla rigenerazione spirituale di tutti noi, alla crescita di ciascuno nel Figlio Unigenito. Ella svolge, nel riguardi delle membra della Chiesa, quello stesso compito che ha svolto nei riguardi del Cristo stesso.

Conclusione

      Il tema che abbiamo cercato di meditare ci orienta ad almeno due atteggiamenti fondamentali:

- Una grande fiducia, specie nei momenti bui, nelle difficoltà e nelle prove: Maria è vicina ad ognuno di noi con grazie prevenienti: Ella è sempre colei che prepara le venute del Signore nel mondo; è una presenza di grazia che predispone alla grazia, alla grazia di Cristo e dei sacramenti.
- Un impegno ad imitare Maria nella sua fede e nel suo “sì” totale, pronto e perseverante: la Madre di Gesù e della Chiesa è il modello della spiritualità cristiana; modello dell'attesa del Salvatore e della disponibilità ad accoglierlo e modella della testimonianza con la vita. Ella è l’icona esemplare della fedeltà al progetto divino.

       Va in questa direzione e ci sollecita a questi atteggiamenti la più antica preghiera mariana:

“Sotto la tua protezione troviamo rifugio,
Santa Madre di Dio;
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta”.

 

 

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