«PER»
“Per”: questa misteriosa preposizione indica il fine che dovrebbe precedere e informare ogni azione, ogni giornata, tutta la vita.
Due orientamenti soggiacciono e si completano: uno verticale, l’altro orizzontale.
Quello verticale, risponde al fondamentale perché del vivere e dell’agire voluto da Dio Creatore e da Gesù Salvatore, sollecitato in noi continuamente dallo Spirito Santo: “vivere e agire per la gloria di Dio”, “per la maggior gloria di Dio”. È questo il fine ultimo della creazione, orientata a Cristo perché egli tutto e tutti ricapitoli in sé e riconduca il creato al Padre Creatore, fino a che Dio sia tutto in tutti.
L’orientamento orizzontale, coordinato e subordinato a quello verticale, si estende e abbraccia l’intero universo, tutta la storia, e tutte le creature che Dio ama e vuole partecipi della sua eterna bontà e felicità divina. Perché tutto egli ha creato – dice il testo liturgico della IV Prece eucaristica – per effondere il suo amore su tutte le creature e allietarle con gli splendori della sua luce.
In particolare, egli ha predestinato ed eletto gli uomini – tutti, di tutti i tempi e di tutta la storia –, per farne dei “figli” nel Figlio diletto Gesù, che ha mandato per questo nel mondo per riscattarci dal peccato e dal male e riconciliarci con lui, nel sangue versato sulla croce per la nostra salvezza.
Questo “per” ha dunque la sua prima matrice nel cuore del Padre celeste, il suo centro nel Figlio incarnato e redentore, il suo compimento nello Spirito Santo a noi donato:
“per noi gli uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli”.
Maria è nel cuore di questa universale irradiazione, di questo “per” proiettato verticalmente in Dio e dilatato orizzontalmente sul mondo e su tutta l’umanità: è il modello supernamente realizzato, e la guida nel fare della nostra vita e di ogni nostra azione – come lei e con lei – un atto incessante di amore e di offerta, indubbiamente a Dio, ma per l’oggi e il domani eterno di tutti.
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L’atto di impegno ci chiede di “abbracciare tutti” nel suo Cuore di Madre, trasformando “per loro”, cioè per tutti, la nostra vita ed ogni nostra azione, sotto l’influsso permanente e potente dello Spirito Santo...
È un invito ad uscire da noi stessi, dal guscio del nostro “io” per aprirci “a tutti”, quanti sono nel Cuore immacolato della Madre: cioè, tutti gli uomini di tutti i tempi di qualunque luogo e condizione, buoni e cattivi... tutti bisognosi di essere salvati, oggi in una condizione esistenziale, domani nella situazione eterna.
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Il “per” connota il fine e l’intenzione per cui uno agisce. Ci può e ci deve essere una intenzione generale fondamentale, e ci possono e ci sono tante intenzioni particolari. L’intenzione generale, che soggiace a tutta la vita cristiana e si radica nelle promesse battesimali, è la cosiddetta “opzione fondamentale”: un orientamento di fede e di fedeltà obbediente a Dio, a Gesù Cristo, allo Spirito Santo, alla Chiesa, fede testimoniata dalle opere, fede sostenuta in crescendo dalla grazia dello Spirito Santo. questa opzione fondamentale, questo “essere per...” Dio innanzitutto, al servizio dei suoi misericordiosi disegni su ciascuno e su tutti, rimane costantemente in noi, e non svanisce, anche se non ci ricordiamo di rinnovarla: come il battesimo e la sua grazia, che permane nella creatura, almeno fino a che non venga coscientemente rifiutata.
Ma da questa opzione di fondo, radicata nel battesimo, sboccia e fiorisce una irradiazione di “intenzioni” particolari, che informano il tessuto della giornata e della vita.
Queste intenzioni particolari sono di estrema importanza: perché l’intenzione può dar valore o toglierlo alle azioni che compiamo, come ci dice Gesù: “Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli” (Mt 6,1).
Sono esse che possono orientare in ogni momento la nostra vita, per farne un “dono”: possiamo iniziare e compiere una qualunque azione, che sia secondo la volontà di Dio, offrendola per mille e mille finalità concrete: per i vivi e i defunti, per i buoni e per i peccatori; o per situazioni personali, familiari e sociali: la pace, ad esempio, la giustizia, il perdono; o per ottenere favori da Dio su di noi e su tanti altri che abbiamo nel cuore, sia nell’ordine naturale, che in quello soprannaturale.
È una vita che fiorisce come albero rigoglioso quanto più sappiamo moltiplicare le nostre intenzioni, e porle insieme con le azioni che compiamo, ai piedi di Dio, in Cristo, nelle mani della nostra Madre celeste.
Certamente l’esaudimento delle nostre intenzioni è subordinato alla volontà di Dio, che sa quello che è veramente utile per noi e per gli altri.
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Vorrei ancora aggiungere che l’intenzione è rispettata dagli uomini e anche da Dio. Quando, ad esempio, uno porta un’offerta per i poveri, nessuno è autorizzato a farne altro uso; quando uno fa celebrare la S. Messa per una sua persona cara, il celebrante non può sostituire altre sue intenzioni a quelle dell’offerente; così l’intenzione depositata in un testamento determina – purché lo permettano le leggi – il destinatario, ecc.
Dio pure, che ha dato intelligenza e libertà alla creatura, rispetta le sue intenzioni: tanto più quando sono ispirate dallo Spirito Santo, e sono conformi al suo divino volere, e intendono mettere in atto le sue ispirazioni... Chiedere, ad esempio, “nel nome di Gesù” – come del resto fa sempre la Chiesa nelle sue preghiere liturgiche, chiudendole: Per il nostro Signore Gesù Cristo...– è garanzia di esaudimento, secondo le sue parole; e siamo certi di essere sempre esauditi, anche se non sempre nel modo che la nostra piccolezza umana vorrebbe. Non possiamo infatti pretendere guarigioni o liberazione da gravi incomodi o grazie speciali per la vita presente: quindi, la nostra intenzione si sottomette filialmente a Dio.
Il Cuore di Maria, fuso con le luci e i palpiti dello Spirito Santo, è carico di queste intenzioni: per tutti e per ciascuno, per il presente e per il futuro, per i singoli e i popoli, per ogni situazione... È il cuore della Madre che vive per i suoi figli ancora pellegrini sulla terra, o bisognosi in purgatorio di ulteriore purificazione, finché tutti non siano introdotti nella gioia del paradiso. Vive partecipando alle loro tribolazioni – lei che tante ne ha provate quaggiù! – e ai loro affanni, alle loro speranze...
Quindi, Ella fa sue anche le nostre intenzioni; tanto più, quando sono in perfetta sintonia con le sue, per cui diventiamo davvero un prolungamento delle sue premure materne. Quando dunque, ad esempio, recitiamo “con lei” il santo rosario, possiamo ad ogni decina variare l’intenzione, secondo i momenti storici che viviamo o secondo le ispirazioni che lo Spirito suscita in noi.
Da parte nostra, però, prima di intraprendere azioni importanti, sarebbe doveroso domandarsi come le farebbe lei e per quali particolari intenzioni, nell’oggi del mondo che viviamo...
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Un’importanza particolare riveste nel Movimento A.M. l’intenzione per l’ultimo giorno: giorno decisivo dell’eternità. Perché nessuno sia escluso – come ci ricordano le petizioni liturgiche – dal banchetto dei cieli, perché a tutti sia dato – Dio ne conosce il modo – di aprirsi e ricevere l’ultima divina misericordia.
Anzi, proprio a quel giorno gli amici di Maria pensano, per poter stare accanto a Lei con le mani alzate per intercedere l’ultima misericordia verso tutti. Per questo, avendo davanti agli occhi gli innumerevoli figli di Adamo redenti da Cristo che non hanno avuto la felice sorte di conoscerlo e di amarlo, accumulano per tutti nelle mani della Madre tesori di grazie e di meriti, con intenzionalità precise, che Dio sa rispettare: perché nessuno, almeno nell’ultimo giorno, sia privo dei meriti infiniti del Cristo totale, Capo e Chiesa.