... IL PRESENTE
... il presente “con Maria”
Tanti documenti del magistero conciliare e pontificio si sono interessati della Chiesa nell’oggi del mondo, sia di quello personale, familiare e sociale, sia ancor più di quello spirituale e cristiano. La Liturgia non manca di farci allargare lo sguardo ogni giorno sulle situazioni e i problemi che si alternano sulla faccia della terra, per farli nostri, per condividerli con tutti, per farne oggetto di pressante preghiera. Quanto sarebbe importante e utile entrare nello spirito e nella prassi di queste preghiere ecclesiali!
Ma oltre all’oggi di tutti sulla terra, c’è un “presente” accanto a noi, un presente “nostro”, che dovremmo scoprire e vivere, come Maria e con Maria.
Maria
Figlia di Sion, inserita affettivamente e attivamente nel suo popolo, faceva sue le tribolazioni che lo opprimevano, le speranze che lo nutriva, le fedeltà e le infedeltà a Dio che lo caratterizzavano. Il suo “oggi” di Nazaret, nel nascondimento e poi nelle ostilità al Messia, era il sale dolce o amaro che condiva il suo pregare... Ma tutti le erano presenti, dopo l’Incarnazione del Verbo, tutti quelli per i quali si era in lei fatto uomo: gli ebrei e i pagani, i vicini e i lontani. Un’immensa presenza della famiglia umana, che poi accolse come eredità dal Figlio crocifisso, vivendo come Madre per la vita di tutti e di ciascuno, dei buoni e degli empi.
Ogni avvenimento che si avvicendava nella sua conoscenza la interessava direttamente, suscitando in lei o gioia o pianto. Umile ancella del Signore, si sentiva madre della storia umana, e faceva sue davanti al Signore le situazioni specialmente spirituali degli uomini redenti.
Noi “come” Maria e “con” Maria
Vivere davvero l’oggi del mondo e il nostro oggi personale è davvero un impegno arduo. Sentirci, “come” Maria, coinvolti nell’oggi di tutti, per far nostre pregando e operando, tanto i problemi, quanto le gioie, quanto e soprattutto le pene e le speranze degli “altri” (che se per noi sono “altri”, per lei sono “figli”), è un lungo cammino di autentica santità nell’amore che dobbiamo impegnarci a percorrere “con lei”, prolungando in noi, nel nostro presente, le sue ansie materne, vestendoci delle sue attente premure per coloro cui possa giungere la nostra presenza fisica o almeno la nostra preghiera. Così, ad esempio, prega la liturgia della Chiesa: «Dona pace e gioia, a noi e a quanti incontreremo oggi sul nostro cammino» (lunedì della III settimana, Lodi).
La “cronaca” di avvenimenti e situazioni che i mezzi di comunicazione (radio, televisione, giornali, internet) ci fanno quotidianamente presenti, in tutte le parti del mondo, non devono lasciarci freddi o indifferenti, ma coinvolgerci con i fratelli e le sorelle della terra che ne sono direttamente protagonisti, per trasformare la “cronaca” in “storia” con i mezzi che Dio stesso nella Chiesa ci offre: sacramenti, sacrifici, suppliche incessanti, come l’apostolo esortava Timoteo: «Raccomando che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1Tm 2,1-4).
Mi viene spontaneo un esempio. Quante volte e quante ore stiamo al computer, o per ottenere informazioni e notizie, di ogni tipo, o per scrivere testi, appunti, indirizzi, e comunicare via internet col mondo intero... Gli inventori e la rete distributiva informatica – nonostante i costi – sono davvero nostri benefattori, che hanno facilitato immensamente o addirittura cambiato il nostro modo di vivere e di rapportarci con gli altri... E mi chiedo: Li ricordo mai al Signore? chiedo mai per loro una ricompensa dal cielo? dico mai per loro almeno una giaculatoria, un’invocazione? Perché non sono lontani da me, anche se non li conosco e forse non li conoscerò mai di persona: sono sempre con me sul mio tavolo di lavoro e di studio: anch’essi come me creati dall’unico Dio e destinati all’unica dimora eterna, redenti dall’unico Signore Gesù Cristo, affidati come figli alla Vergine Madre... Non dovrei col suo cuore pensare anche a loro, almeno qualche volta, e chiedere benedizione e grazia su di loro e sulla loro attività di ricerca e di divulgazione? Così vivrei veramente il movimento A.M., in un “presente dilatato”.