... IL PASSATO
... il passato “con Maria”
In Dio non c’è passato presente e futuro – al modo nostro, cioè nella successione delle fasi e dei tempi – : in lui tutto è presente. «Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine» (Ap 21,6; 22,13); «Dio non è Dio dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui» (Lc 20,38). Il Movimento A.M. abbraccia dunque tutto il mondo, tutta la storia, ogni uomo. In Dio infatti, che è il Dio dei viventi, non esiste un passato sepolto: quanti vivono, vivono in Lui, nel suo eterno presente; e non esiste propriamente neppure un futuro, perché in Lui tutto è già compiuto, anche ciò che per noi sarà futuro nella successione delle generazioni e dei tempi. Nella storia di Dio si può dunque raccogliere tutto in uno, e vivere insieme presente-passato-futuro, fino al compimento finale della storia del mondo.
Di fatto, il Padre «ci ha scelti in Cristo prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà» (Ef 1,4-5).
L’anamnesis, il ricordo, la memoria delle persone e degli eventi passati è parte costitutiva della liturgia di Israele e della Chiesa. Israele, “popolo della memoria”, non deve mai dimenticare le grandi opere che Dio ha compiuto per lui, e deve ricordarle sempre in pubblico e in privato, nell’assemblea e in famiglia. Così la Chiesa, nelle azioni liturgiche e specialmente nelle grandi consacrazioni, ricorda gli eventi della storia a partire dalla creazione del mondo, per renderli poi attuali – non solo memoria, ma memoriale – mediante l’invocazione e la discesa dello Spirito Santo. Ricordiamo anche soltanto l’anamnesi e l’epiclesi eucaristica. Scrive Giovanni Paolo II: «Questi eventi non sono soltanto un “ieri”; sono anche l“oggi” della salvezza. Questa attualizzazione si realizza in particolare nella Liturgia: ciò che Dio ha compiuto secoli or sono non riguarda soltanto i testimoni diretti degli eventi, ma raggiunge con il suo dono di grazia l'uomo di ogni tempo» (Rosarium Virginis Mariae, n.13).
Però, le persone e i fatti del passato non sono soltanto quelli che la Sacra Scrittura ricorda, ma tutti i fatti e le persone che compongono la storia universale dell’umanità sulla terra, fino ad oggi. Sono la memoria storica dell’uomo. Noi infatti viviamo del passato, mentre progettiamo il futuro.
Ora, nella visione di Dio, fatti e persone del passato, anche tanto lontani da noi per tempo e per distanza geografica, sono un presente che dovremmo far rivivere dentro di noi, perché membri dell’unica famiglia umana discendente da Adamo, perché tutti redenti dal sangue del Figlio di Dio e tutti incamminati verso l’unica patria che è il cielo, e perché spesso dei fatti e delle persone del passato noi beneficiamo nel nostro oggi sulla terra. Pensiamo soltanto alla filosofia, alla letteratura, alla tecnica, fino all’energia nucleare e ai nostri stessi computers, all’acqua che beviamo a noi condotta con acquedotti o canalizzazioni del passato; agli edifici di cui ci serviamo, comprese le nostre cattedrali e chiese sparse dovunque; fino agli umili oggetti di casa e di lavoro... Un mondo del passato ci avvolge, e ci chiede di farlo nostro davanti all’unico Dio. Prestiamo dunque ascolto a quest’innumerevole moltitudine di volti e di voci che si presentano alla nostra memoria, e rispondiamo loro – come Maria e con Maria – attraverso la nostra vita, con riconoscenza.
Maria
In Maria il passato si è fatto presente, in lei si è ricapitolata la storia, il lungo susseguirsi del tempo in lei è diventato “pienezza dei tempi”: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna... perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,4-5). Lei stessa, «che primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza» (LG 55), ed è al centro delle grandi promesse di Dio fatte ad Abramo, ai Patriarchi e a Davide, ha fatto sue le loro voci e le loro attese, anzi anche le inconscie attese di tutto il mondo, per implorare l’Atteso di Israele, la Luce delle genti, il Salvatore dell’uomo.
E nel Magnificat ha cantato le grandi opere compiute da Dio per il suo popolo e la sua bontà per chiunque lo teme, fino a ricordarsi – proprio guardando all’umiltà della sua serva, e quindi realizzandola in lei – della sua misericordia per Abramo e la sua discendenza, per sempre.
Maria dunque è la “donna della memoria”, che tutto conserva e medita nel suo cuore, per rispondere a nome di tutti – passati presenti e futuri – all’elezione divina ed accogliere a nome di tutti gli uomini di tutti i tempi e donare alla terra Colui che in lei discende dai cieli per salvarci.
I suoi ricordi dei misteri del Figlio, raccolti in cuore finché viveva quaggiù – osa dire il beato Giovanni Paolo II – compongono anche oggi in cielo il suo rosario: «Maria ripropone continuamente ai credenti i “misteri” del suo Figlio, col desiderio che siano contemplati, affinché possano sprigionare tutta la loro forza salvifica. Quando recita il Rosario, la comunità cristiana si sintonizza col ricordo e con lo sguardo di Maria» (RVM, n. 11).
Noi “come” Maria e “con” Maria
So che è difficile – lo provo per esperienza personale, e altre persone me l’hanno confermato – rendere a noi presente il passato, e specialmente le innumerevoli persone che lo compongono. Ma non dovrebbe essere così. A Roma, ad esempio, proprio mentre passiamo fra i monumenti antichi e ne ammmiriamo la staticità e la bellezza, non pensiamo mai a quante fatiche e sudori sono costati a consoli, imperatori, ingegneri, operai e schiavi: quante lacrime sono state versate, e forse anche sofferenze inaudite fino al sangue... E quando, nei caldi estivi, mi disseto a una delle tante fontanelle che distribuiscono quell’acqua che i consoli e gli imperatori hanno condotto a Roma da lontananze formidabili con potenti acquedotti, non penso mai a loro, anche solo per dir loro un grazie che salga in benedizione presso l’unico Signore? A una carissima professoressa di greco e di latino, chiesi un giorno a bruciapelo: Tu conosci a memoria Cicerone e lo insegni. Ma non hai mai detto almeno un’Ave Maria per lui? Mi guardò quasi sbalordita; e mi rispose candidamente: No. Eppure di quell’insegnamento, e di altri analoghi, si vive!
Quest’invito diventa ancor più pressante, se ci poniamo in sintonia “con Maria”. Dal giorno in cui disse il suo sì a Nazaret a nome della famiglia umana; ancor più da quando, morendo in croce, Gesù le ha consegnato come suo testamento tutti gli uomini redenti da amare come figli, il suo sguardo di Madre, che abbraccia ormai il tempo e l’eternità, si pose compassionevole su tutti i fratelli del suo Gesù, presenti o passati, ancor bisognosi di rinnovata misericordia: e per tutti alza le mani in preghiera, e per tutti continua incessantemente ad offrire l’unico sacrificio divino che salva.
Noi dunque – come lei e con lei – non possiamo non far rivivere in noi il passato, per partecipare all’unica storia della salvezza umana, che ricapitola tutto il passato, e si apre fino all’ultimo futuro.
Ed è qui che Maria, la nuova Eva, non solo intercede, ma si costituisce “Avvocata” di Eva e di tutti i suoi figli, con la sua fede e fedeltà a Dio, con la sua ubbidienza fino al martirio della croce e del cuore, con la speranza che non la deluderà mai: perché è “la Madre”, e non può non essere esaudita.
Il “passato” della storia, fino alle sue prime origini, è tutto nel suo cuore: “con lei” – e per quanto ci è dato “come lei”– può e deve essere anche nel nostro cuore, se ci immergiamo con lei nel misericordioso progetto del Padre, ricordando che anche noi siamo “chiesa” con Lei, cioè “sacramento universale di salvezza”: poiché nessuno, neppure il primo Adamo o l’ultimo uomo, potrà essere salvo “fuori della Chiesa”, che è il Corpo di Cristo Salvatore e il suo strumento di comunicazione della salvezza a tutti.
Per questo, nell’atto di impegno A.M. chiediamo di abbracciare “tutti” nel suo Cuore della Madre, con l’impeto d’amore col quale ella ama tutti come “figli”.
Così il “passato” diventa anche per noi “presente”, con i mezzi – ad es., ricordo, preghiera, offerta, sacrifici...– che Dio pone a nostra disposizione nella sua misericordia, e che di volta in volta ci suggerisce lo Spirito Santo che abita in noi.