BENEDIRE
Benedire “con” Maria
La “benedizione” ha un duplicc movimento: ascendente e discendente; al centro di ambedue è Gesù. Lo esprime in forma stupenda l'inizio dell'inno di Paolo agli Efesini (Ef.1,3): "Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo".
La benedizione discendente. La benedizione di Dio avvolge tutta la storia. Dio “benedisse” la prima coppia umana (Gen 1,22.28). Benedisse Abramo e lo fece depositario della benedizione per tutti i popoli (Gen 12,2-3; 22,17-18); benedisse Isacco e Giacobbe, che a loro volta benedissero i loro figli; benedisse con ogni sorta di benedizioni il popolo eletto Israele (cf. spec. Dt 28).
Il Padre benedisse tutta l’umanità, inviando il “Benedetto”, il suo Figlio eterno, fonte di ogni benedizione per tutti e per sempre. Per mezzo di lui infatti scende dal cielo ogni divina benedizione sulla terra. In lui fu in primo luogo benedetta la Madre: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo” (Lc 1,42). Gesù, risorgendo, è tornato a portare a tutti la benedizione, ne ha fatto ministri i suoi apostoli, consacrandoli sacerdoti, e tutti i suoi fedeli, insigniti anch’essi del suo sacerdozio regale.
La benedizione ascendente. La “benedizione” che sale dalle creature al Creatore fa dell’uomo la voce e il sacerdotote di tutto il creato. i Salmi e i cantici di Israele abbondano di queste benedizioni: «Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome... Benedite il Signore, angeli suoi... Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in tutti i luoghi del suo dominio» (Sal 103). «Benedite, opere tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli...» (Dn 3).
Oggetto della benedizione che scende da Dio è in primo luogo, per Abramo e Israele, la numerosa posterità e l’abbondanza dei beni della terra; ma per il “seme” di Abramo che è Cristo, nel quale saranno benedetti tutti i popoli della terra, la “benedizione” diventa Dono che scende dall’alto: è lo Spirito Santo con tutte le sue grazie e carismi: «Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi... perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede, ricevessimo la promessa dello Spirito» (Gal 3,13-14).
Maria
Le Vergine, su cui discese lo Spirito Santo all’Annunciazione, è la “benedetta” da Dio fra tutte le creature: una benedizione che la consacrò vergine al suo Signore e la unì per sempre al Figlio, “frutto benedetto del suo grembo”, per compiere con lui il mistero della salvezza e donare al mondo ogni celeste benedizione.
Noi “come” Maria e “con” Maria
Se è compito del sacerdote “benedire”, lo è anche di ogni cristiano. Scrive l’apostolo. Paolo: «Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite» (Rm 12,14). E l’apostolo Pietro: «Non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in erdità la benedizione» (1Pt 3,9).
Eredi dunque della benedizione dataci dal Padre in Cristo, noi siamo chiamati e invitati a benedire. Ogni sacerdote benedice, e la sua benedizione si può estendere a tutti, perché consacrato appunto per portare agli uomini in nome di Gesù ogni sorta di benedizione divina. Ma anche il cristiano può e deve benedire tutti, perché appunto membro di Cristo e “sacerdote” in Cristo, che è la benedizione vivente di Dio e dal quale ogni dono di benedizione promana.
Così, attualizzando nella luce del Figlio di Dio e della sua Chiesa la benedizione, ognuno passando accanto e guardando i fratelli potrebbe interiormente pregare, in una epiclesi d’amore: «Ti benedica col suo Spirito il Signore»; «ti benedica la Madre benedetta, che ha dato al mondo la Benedizione»; ecc.
In tal modo imitiamo il Sommo Pontefice, che passa tra la folla dei fedeli benedicendo a destra e a sinistra quanti incontra, tracciando su tutti ripetutamente il segno della croce, anche senza pronunciare parole: tutti si segnano al suo passaggio, tutti si sentono benedetti, compresi gli oggetti che gli offrono da benedire... È vero: lui è il Papa!
Misurando allora la piccolezza mia e di ogni creatura umana – uomo e donna – anche se cristiana, può nascere il dubbio sulla efficacia reale di una tale benedizione. Lo strumento umano infatti è sempre oltremodo limitato, anche se assunto a portare ad altri la divina benedizione. Quindi, pensando alle moltitudini immense di uomini e donne da benedire, pur limitandomi a quelli che quotidianamente incontro sul mio cammino – e sono tanti, troppi! – mi chiedo: La mia benedizione raggiunge davvero le persone a cui la rivolgo? e fino a quante volte potrò benedire?...
Maria portava Gesù, e con lui e in lui benediceva il mondo; il sacerdote consacrato benedice “in persona Christi”; ma anche il semplice fedele, insignito del “sacerdozio comune” nel Battesimo, è abilitato a “benedire”: perché anche oggi è Gesù che benedice, attraverso le sue membra: unica dunque è la benedizione, veicolata da tanti ruscelli che promanano dall’unica fonte, che mai si esaurisce; e unico è Colui che benedice.
Le formule di benedizione le ispira a ciascuno lo Spirito Santo: egli è la Benedizione!
L’antica formula mosaica (Num 6, 24-26), utilizzata anche dalla liturgia romana per la benedizione solenne dopo la Messa, dice:
«Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace».
Unendoci a Maria e prolungando la sua benedizione su ciascuno dei suoi figli, potremmo usare la comunissima formula latina:
Nos cum prole pia
benedicat Virgo Maria.
Traducendola al singolare:
«Col suo divin Figlio
ti benedica la Vergine Maria».
Ci sembra di portare anche noi, come Lei, il Signore, quasi ostensorio della sua presenza, per benedire tutti. Così poniamo la benedizione divina sul capo di ogni nostro fratello e sorella che incontriamo; e anche noi passiamo fra loro “benedicendo”.