1. Credo nella mia Vita
A molti parrà ridicolo che per proporre una spiritualità mariana ecclesiale vissuta si parta dall’ultimo anello di una catena umana e cosmica, qual è la mia vita. Ma è proprio qui, nell’ultimo anello, che si manifesta nella sua straordinaria sapienza e bellezza – quasi riflettendo l’infinito – la grazia del Creatore e la vocazione della creatura.
“Credo”: parola misteriosa, ma potente. Siamo portati quasi per istinto a non credere se non vediamo: a credere solo a ciò che appare credibile alla nostra ragione, la quale raccoglie dal di fuori le sue evidenze, le vaglia, le accetta o le scarta.
Non è questo invece il processo della fede, la quale non si appoggia alle evidenze esterne, ma si tuffa nella profondità del mistero, e cioè, invece di partire dalle cose, parte dal Creatore delle cose, da Dio stesso: quel Dio che infallibilmente mantiene ciò che ha detto, quel Dio che compirà ciò che ha promesso. La nostra fede perciò non poggia né sugli uomini, né sulle cose, né sulle esperienze personali, ma unicamente sulla parola del Dio vivente.
Noi crediamo in Dio Padre, Padre appunto perché ci ha voluti figli, dopo averci creati col suo misterioso onnipotente volere.
Noi crediamo in Dio Figlio, incarnato dalla Vergine, nostro Redentore.
Noi crediamo in Dio Spirito Santo, che dà la vita.
Ma noi crediamo anche una Chiesa, santa e cattolica, strumento di grazia. Noi crediamo perciò che in questa Chiesa la Vergine Maria ha il primo posto indispensabile e insostituibile; e noi crediamo che anche noi in questa Chiesa, appunto perché siamo Chiesa, abbiamo il nostro posto insostituibile e indispensabile.
Ed è per questo che – come Maria e con lei – poniamo a fondamento della nostra vita un atto di fede: la fede in Dio che per troppo amore non soltanto si è chinato verso l’uomo peccatore e ne ha avuto pietà, non soltanto gli ha dato Cristo, il suo Verbo, perché egli sia per sempre il figlio dell’uomo e la vita dell’uomo, ma noi crediamo in quel Dio che tanto ha abbassato il suo potere e la sua sapienza, da voler assumere come strumento dei suoi disegni incorruttibili e perfettissimi, delle piccole creature, corrotte e limitate, quali siamo noi. Il Signore dell’universo infatti ha legato la sua infinità alla nostra piccolezza e la sua santità alla nostra miseria, perché ci ha onorati di un onore così alto da volerci collaboratori con sé dell’opera stessa che solo un Dio può compiere: salvare il mondo, e salvarlo per l’eternità.
Credo dunque, o Padre, nel tuo sapiente progetto di salvezza per l’umanità che ami; credo, o Gesù Figlio del Dio vivente e della Vergine Maria, nella tua redenzione; credo, o Spirito Santo, nella tua presenza operante nel cuore dei credenti. E credo che anche la mia vita nella Chiesa – con Maria e fusa in Lei – potrà diventare, o mio Dio, strumento di grazia e di misericordia, non perché io sia qualcosa o qualcuno, ma perché tu, per infinito amore, mi hai scelto e mi hai collocato nel quadro vivo, nel telaio stupendamente organizzato di questo tuo progetto d’amore, che cammina i secoli e percorre le generazioni.
Credo nella mia Vita. Penso e scrivo la parola “Vita” al maiuscolo: perché se grande dono è l’esistenza che creandoci a sua immagine Dio ci ha dato – la vita cioè che è comune dono a tutti gli uomini –, dono infinitamente più grande è la Vita divina che con il santo Battesimo egli ha infuso nei fedeli, mediante lo Spirito Santo, il quale unendosi alla creatura umana in modo misterioso ma vero l’ha divinizzata, innalzandola alla dignità incomparabile della figliazione adottiva nel Figlio, facendola partecipe della divina natura e infondendole con la sua presenza ed energia divina capacità soprannaturali di agire.
È da questo punto fermo di fede che, in perenne sinergia con lo Spirito Santo, fiorisce la nostra Vita con tutte le sue azioni e in tutti i momenti che la compongono.
Quando allora l’usura del tempo, o la stanchezza, o le inevitabili contrarietà umane tentano di offuscare questo sguardo di fede, e la nostra “vita” al minuscolo sembra perdere il suo significato e le nostre azioni cadere nell’ordinarietà dell’agire di tutti, riaffermiamo con coraggio, anche se avvolti da oscurità interiore, il nostro atto di fede, ricordando l’esortazione di san Leone Magno: «Riconosci, o cristiano, la tua dignità! ... Ricordati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro... Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo!... Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo» (Leone Magno, Discorso 1 per il Natale).
Anche Maria, la prediletta figlia del Padre, la Madre del Salvatore, il santuario vivente dello Spirito Santo, pur essendo per la sua incomparabile dignità al di sopra di tutte le creature, celesti e terrestri, ha dovuto percorrere questa strada di fede anche fra oscurità a noi incomprensibili, che l’hanno impegnata tutta la vita, istante dopo istante, nella fedeltà al Padre, nel credere a tutti gli eventi del Figlio, dal presepio alla croce, sempre docile ad ogni mozione dello Spirito Santo.
Perciò è la Madre della Chiesa, pastori e fedeli e il modello compiuto della nostra fede.
Credo dunque nella mia Vita: per viverla come lei e con lei nella Chiesa, e farne dono d’amore per tutti.
2. Il valore della vita e delle azioni
Il valore della vita e delle azioni non dipende da noi: non siamo noi a fissarlo, ma lo determina soltanto Dio, dal quale interamente dipende la nosra vita. Così pure il cosiddetto “merito” delle azioni. E il valore e il merito è in proporzione di come uno compie la volontà di Dio: nella condizione umana in cui ha voluto una creatura, nello stato di vita, nelle situazioni che quotidianamente la investono, nelle azioni da Lui comandate o volute, nell’accettazione delle contrarietà e delle sofferenze, di cui fu colma anche la vita terrena del suo Figlio divino e della Madre tuttasanta...
E ancor più nel modo con cui uno compie, giorno dopo giorno, la sua divina volontà: con la fede, la carità ardente, il cuore elevato in alto e dilatato sul mondo...
Maria. Dopo Gesù, nessuno come Maria ha compiuto con tale perfezione le volontà di Dio in ogni momento e in ogni anche incresciosa situazione, così che la Chiesa nella sua liturgia può giustamente proporre la sua vita come modello a tutti i fedeli. La sua vita, tutta, senza alcuna menomazione, è entrata con Lei in cielo e davanti a Dio parla per tutti.
Tutta la vita e tutte le sue azioni infatti, indissolubilmente unite al Figlio Salvatore ancor prima di concepirlo nel seno, molto più dopo, sono state informate – ci ricorda il Concilio – da ubbidienza, fede, speranza e ardente carità, con lo scopo di restaurare la vita soprannaturale delle anime (LG 61). Un tessuto di ubbidienza e di ardentissimo amore: quelle pubbliche e quelle nascoste, conosciute o ignote...
La nostra vita e le nostre azioni. Mio Dio e mio Signore, quante macchie, talvolta grandi, e quanti vuoti o omissioni costellano la mia vita!
E le mie azioni? Fino a quando e fin dove sono state in tutto conformi alla tua volontà, pur avendo sempre a mia disposizione gli aiuti della tua grazia?...
Eppure, Signore, tu non disdegni anche queste misere imperfettissime azioni e opere da me compiute. Io oso unirle alla grandi perfettissime opere di Maria, perché è anche Madre mia, perché è la tesoriera delle tue grazie e dei tuoi doni... e con lei le voglio compiere, sul suo esempio, col suo aiuto, con le sue intenzioni, con lo scopo – che è il suo scopo fondamentale – di cooperare per quanto posso al tuo misericordioso piano di salvezza per tutti.
Il Movimento A.M. ti incoraggia e ti sollecita: perché nulla vada perduto del bene che uno compie, e tutto “concorra” al bene temporale ed eterno di tutti.